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La fotografia è verità, e il cinema è verità ventiquattro volte al secondo.
(Jean-Luc Godard)


EDIZIONE RESTAURATA - IL CINEMA RITROVATO
Regia: Charlie Chaplin
Attori: Charlie Chaplin, Mack Swain, Tom Murray, Henry Bergman, Malcolm Waite, Tom Wood, Kay Desleys, Barbara Pierce, A.J. O'Connor, Art Walker, Daddy Taylor, Margaret Martin, Princess Neela, Frank Aderias, Leona Aderias, E. Espinosa, Ray Morris, Heinie Conklin, Joan Lowell, Albert Austin, Betty Morissey, John Rand, Stanley Sanford, Allan Garcia, Georgia Hale
Sceneggiatura: Charlie Chaplin
Fotografia: Roland Totheroh
Montaggio: Charlie Chaplin
Musiche: Charlie Chaplin, Max Terr, Carli Elinor, Gerard Carbonara
Produzione: Charles Chaplin Productions
Distribuzione: Cineteca di Bologna
USA, 1925 - Durata: 88 min
Il Vagabondo, diventato Cercatore solitario, s’avventura nell’Alaska della corsa all’oro. La natura è ostile, l’umanità avida, il sorriso dell’amore sembra negato. In una capanna di assi inchiodate e spifferi di ghiaccio (novant’anni dopo, la citerà Tarantino in The Hateful Eight), il piccolo Cercatore cucina una scarpa e la mangia di gusto; infilza con le forchette due panini e crea, per nient’altro che pura magia, la più prodigiosa scena di danza della storia del cinema; cerca e forse infine trova un equilibrio sull’orlo del baratro: poiché Charlie Chaplin “nelle potenzialità del genere umano, continuerà sempre a crederci” (Goffredo Fofi). Capolavoro di comicità assoluta e grande racconto della solitudine, La febbre dell’oro è IL film per cui Chaplin avrebbe voluto essere ricordato. La scelta di condurre il Vagabondo fino alle radici (o fin sul precipizio) della mitologia americana, di stagliare la sua figura solitaria sullo sfondo nevoso della nascita d’una nazione, ne fa un’opera di insuperata, vertiginosa intensità. (Cecilia Cenciarelli)
A parte tutto – a parte gli abiti buffi, i baffetti e gli scarponi – volevo produrre qualcosa che commuovesse la gente. Cercavo l’atmosfera dell’Alaska, con una storia d’amore dolce, poetica, eppure comica. Volevo che il pubblico piangesse e ridesse. Quale che sia la sua opinione su questo film, perlomeno io sarò riuscito a restare fedele alla mia idea originale. Siamo solo all’inizio del cinema e sono fin troppi i produttori che usano l’approccio sbagliato, pensando che il cinema sia un mezzo espressivo affine al teatro invece di essere qualcosa di completamente nuovo. Pensai a quella scena della Febbre dell’oro in cui faccio a pezzi il cuscino e le piume bianche danzano sullo schermo nero. È impossibile da rifare sul palcoscenico! A me è piaciuta più di qualsiasi altra cosa abbia fatto in quel film. Mi ci sono impegnato veramente fino in fondo. Quella scena ha una specie di intensità. Ho cercato di metterci dentro qualcosa di disperato, di terribile e di esprimerlo in modo nuovo, come una sorta di musica visiva. (Charlie Chaplin)
Restaurato in 4K nel 2025 da Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata, a partire da elementi creati da Photoplay e da elementi d’archivio messi a disposizione da BFI National Archive, Blackhawk Films, Lobster Films Collection, Bundesarchiv, Filmoteca de Catalunya, George Eastman Museum e MoMA – The Museum of Modern Art. Una presentazione Roy Export con il supporto di Mk2.
Nel 100° anniversario della sua realizzazione, La febbre dell'oro torna in sala in una nuova versione restaurata in 4K.
La sua prima uscita nei cinema, nel giugno del 1925, fu accompagnata sulla stampa americana da molteplici aneddoti: dalle tonnellate di gesso, sale e coriandoli impiegati per ricostruire l’Alaska in studio, alla sfarzosa premiere con orchestra e danze a tema ‘artico’ al Chinese Theatre di Los Angeles, ai dieci minuti di risate ininterrotte trasmesse in diretta dalla BBC per il lancio inglese. Fu riportato che in alcune sale europee, i proiezionisti si trovarono costretti a riavvolgere la pellicola per accontentare un pubblico in delirio che chiedeva un bis della ‘danza dei panini’. The Gold Rush incassò cifre da capogiro e fu distribuito in più di duecento paesi.
Charlie Chaplin






